Forse non tutti sanno che esistono degli enti che si occupano in maniera molto attenta dello stato di salute dei fiumi italiani e un particolare focus lo merita sicuramente il più grande e lungo di tutti, cioè il Po. Secondo gli ultimi dati rilevati, le recenti piogge hanno restituito un po’ di vigore a questo importante corso d’acqua. Tuttavia, non è ancora arrivato il momento di cantare vittoria perché la situazione non è ancora paragonabile a quella degli anni precedenti. In pratica, si può asserire che i livelli odierni non raggiungono ancora quelli degli anni precedenti impedendo di dichiarare il fiume in ottima salute. Tantissime persone sono convinte che per andare a vedere le differenze basti arrivare alla foce ma in realtà il lavoro più a monte.

In particolare, nella città di Torino subito dopo la diga che regola il corso d’acqua, si possono notare le differenze. Nel momento in cui le paratie vengono chiuse, anche solo parzialmente, anche in questa stagione si possono notare degli isolotti che emergono qua e là, oltre all’abbassamento della riva. Più che a un fiume, il Po assomiglia quindi a un torrente, motivo per cui sono in molti a lanciare l’allarme e tener accesi i riflettori. In questo modo è possibile salvaguardare il grande fiume e permettere anche le escursioni delta del Po per andare alla scoperta dell’habitat naturale incredibile che si crea alla foce del fiume quando incontra il Mar Adriatico tra le province di Rovigo e Ferrara.

La portata d’acqua media del fiume nella stagione fredda è di 45 m³ al secondo ma nel periodo estivo arriva a circa 25 m³ al secondo e nei mesi più siccitose può abbassarsi addirittura fino a 18 m³ cioè quasi 10 in meno che fanno davvero un enorme differenza. Grazie alle piogge e al periodo piovoso che comunque si è fatto attendere a lungo, la situazione sembra migliorare ma è comunque ben lontana dalla regola. Si spera anche in un buon innevamento invernale che vada a ricostituire le nevi perenni del Monviso da cui nasce il Po.

 

Di Editore